La mia vita da host
Io e il mio lavoro al Pignocco Country House.
Ogni mese (o quasi, e ultimamente sono stata davvero negligente!) scrivo un articolo che possa essere interessante per i miei ospiti per scoprire il nostro territorio, avere notizie su cosa fare, dove mangiare, o curiosità sul nostro casolare storico. Oggi avrei voglia di raccontarvi un po’ della mia vita come padrona di casa e scrivere qualche riga di diario personale sulla mia vita e sul mio lavoro, che poi, direi, coincidono quasi alla perfezione.
Premetto con il dire che non sono da sola e che condivido gioie e dolori con mia sorella Anna. Non molte colleghe hanno il privilegio di vivere la loro esperienza da host con una persona alla quale affidarsi ed appoggiarsi in ogni occasione. Qualsiasi sfida affrontata in due si dimostra più leggera e ogni vittoria raggiunta insieme risulta più autentica.
Tutto iniziò quando nostro padre ci chiese di gestire il casolare di famiglia che stava restaurando per trasformarlo in struttura ricettiva. Abbiamo accettato lanciandoci un po’ alla cieca in un’avventura di cui non avevamo ben inteso il significato. No, non avevamo proprio capito! Non sapevamo nulla di turismo, gestione delle prenotazioni, ospiti, arrivi, partenze, commissioni, pulizie …. Eravamo tabula rasa! La possibilità di andare a vivere nel nostro casolare di campagna in un contesto di accoglienza ed ospitalità fu il motivo che ci spinse ad accettare la proposta di nostro padre.
Non vorrei dilungarmi sugli albori e sui mille errori commessi. Dagli errori iniziali abbiamo imparato tanto e su quelli abbiamo costruito la nostra esperienza e la nostra attuale competenza.
E oggi mi trovo a vivere al Pignocco, con 2 figli piccoli, un casolare tipo agriturismo con tanti ospiti da accogliere e una vita in cui mi destreggio tra il mio lavoro da mamma e da host. Sembrerebbe facile, no? Insomma…
Perché si, posso cuocere l’arrosto in forno mentre lavoro in reception, a fine cottura salgo, spengo il forno e la cena è pronta. Ma parliamo di quando un ospite in giacca e cravatta è in reception per il check-in e mio figlio entra di corsa e piangendo perché ha litigato con la sorella! Eh si, può succedere…
Al di là di tutta la parte pratica di organizzazione, pulizia, preparazione, gestione delle camere, sala colazioni ed amministrazione, la parte più rilevante ed insolita del lavoro di host è: l’attesa.
Qui vi aspettiamo sempre!
Vi aspettiamo la mattina per prepararvi la colazione, o per la restituzione delle chiavi.
Vi aspettiamo di pomeriggio, lunghe ore ad attendere il vostro arrivo, mostrarvi la camera, e rispondere a tutte le vostre domande.
Nel frattempo cerchiamo di tenerci impegnate con vari lavori, con la consapevolezza di dover essere pronte, presentabili, con il sorriso sulle labbra, al suono del citofono!
I tempi di lavoro qui non sono mai certi. Non sappiamo a che ora iniziamo e a che ora finiremo: il nostro ospite è un dormiglione e si sveglierà tardissimo, arriverà in sala colazioni cinque minuti prima della chiusura, dilungandosi per un’ora intera tra caffè, cappuccini, torte e biscotti? Oppure il nostro ospite ama le prime ore del mattino e bussa al portone della sala colazione quando ancora stiamo allestendo?
Ma parliamo anche delle cose belle, anzi bellissime!
La cosa più bella di questo lavoro siete voi!
Voi, soddisfatti, che il giorno della partenza ci dite: – Torneremo!
Voi, che assaporate l’atmosfera di questo colle, che ne cogliete la bellezza con entusiasmo.
Voi, che entrate in reception per chiedere un’informazione e finite per raccontarci tutto della vostra vita.
Voi, che create un legame con questo casolare, che al secondo soggiorno vi sembra di tornare a casa.
E poi c’è il nostro amore per questo luogo:
c’è l’odore del muschio e della terra bagnata dopo il temporale,
l’aroma di caffè che arriva dalla sala colazioni o dagli appartamenti di prima mattina,
il profumo di carne alla brace alla sera, quando qualche ospite accende il barbecue;
ci sono i colori rosa, arancio, giallo dei tramonti serali,
il blu infinito del mare che ammiriamo da qui.
Il Pignocco è il mio luogo, è la storia della mia famiglia, è il luogo a cui appartengo, è la terra che mi nutre.
Su questo colle, in questo casolare circondato dagli ulivi, allori, dagli alti pini marittimi e dai cipressi ho realizzato il mio sogno, un sogno maturato nel corso degli anni, quando ho realizzato quanto sia meraviglioso ospitare e condividere la bellezza di questo luogo antico con chi capiterà di passaggio e con chi ci sceglierà con consapevolezza.
Francesca