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14.08.2016 22:45

L'intervista alle sorelle del Pignocco

Da qualche anno, sulla collina di Santa Veneranda, sorge un B&B a conduzione familiare: Il Pignocco Country House. Tra olivi e conifere, boschi e campi coltivati, due sorelle pesaresi, Francesca e Anna (rispettivamente 41 e 32 anni), ospitano i villeggianti che desiderano trascorrere del tempo immersi in quello che Tonino Guerra ha definito “il nostro bel mare verde”. Là dove una volta c’erano il fienile, la stalla, la toRre e l’abitazione del mezzadro, oggi ci sono comode camere ed appartamenti dove rilassarsi tra natura ed enogastronomia marchigiana.

Il Pignocco Country House

Il Pignocco

Domanda: Il nome “Il Pignocco” da dove deriva?

Risposta: Significa “grande pino” e deriva da un gigantesco pino alto quasi 50 metri, caduto in un pomeriggio di tempesta il 12 marzo del 1925. Si trovava esattamente di fronte al nostro casolare e ha dato il nome alla strada dove ci troviamo. Qui nella zona si racconta che questo albero fosse così maestoso, da venir avvistato dai naviganti dal mare ed essere usato come punto di riferimento. Una specie di faro. Abbiamo appeso ai muri della nostra reception delle bellissime foto in bianco e nero dell’albero abbattuto. La circonferenza del tronco superava l’altezza di un uomo. Un colosso insomma, un albero prodigioso!

 

Domanda: Ma raccontate la storia di questo casolare … 

Risposta: Lo comprò nostro nonno nel 1952. Credo che durante la guerra avesse subito un bombardamento e quindi era in condizioni pessime. Nostro nonno lo restaurò con grande passione, rispettando tutta la struttura originaria. Fece qualcosa di straordinario: costruì una torre belvedere tutta a vetri. L’unica funzione della torretta era quella di poter contemplare il paesaggio circostante. In effetti, durante le giornate più limpide, dalla terrazza in cima alla torre, si riescono a vedere le tre punte di San Marino e il profilo del sasso Simone e Simoncello. E’ uno spettacolo strabiliante. Questa torre è sicuramente il nostro punto di forza: ospita una Suite matrimoniale meravigliosa. Ad ogni piano c’è una stanza, e la camera da letto è solo un letto a centro stanza, intorno tutti vetri. I vari piani sono collegati da una scala a chiocciola in ghisa. La Suite Feronia non si può raccontare, non ci sono parole. 

 

Domanda: Feronia?

Risposta: Si. Feronia è il nome della Suite Torre. A tutti i nostri alloggi abbiamo dato il nome di una divinità pagana. Noi ci troviamo sul colle della Salute, in questi luoghi Annibale degli Abbati Olivieri, che fu uno dei proprietari della casa nel 1.700, trovò dei reperti archeologici che dimostrano che qui, in epoca romana, sorgeva un boschetto sacro. I cittadini della città di Pisaurum eseguivano dei riti in onore delle divinità facenti riferimento al culto delle Acque. Infatti gli abitanti della zona ricordano delle fontanine, dove ci si recava a prendere acqua perché particolarmente buona. E’ stato anche pubblicato lo studio della dott.sa Maria Teresa De Luca intitolato “Lucus Pisaurensis”. Come omaggio all’antico boschetto sacro, i nostri alloggi hanno il nome delle divinità: Fides, Mater Matuta, Marica, Apollo, Diana, Liber, Salus … e Feronia, divinità della fecondità, è la dea a cui abbiamo dedicato la romantica Suite Torre. 

 

Domanda: Ci avete raccontato della vostra bellissima villa, ma di voi cosa dite?

Risposta:  Il Pignocco è un gruppo al femminile, lo gestiamo noi due sorelle e nostra madre Clara. Io sono laureata in lingue e letterature straniere, ho sempre lavorato in ambito commerciale ed ho una grande passione per la lingua inglese. Mia sorella Anna ha fatto degli studi nell'ambito del turismo. Nostra madre ha molto gusto ed ha avuto la capacità di dare quel tocco in più all'arredo. Lavorare insieme ci ha rese più complici ed amiche di prima. Gestire il B&B ci piace molto. In particolare amiamo il rapporto con i nostri ospiti: per noi l’ospitalità è sacra. Cerchiamo di farli sentire a casa…

 

Domanda: Un’attività tutta in “rosa”…

Risposta: In realtà dietro noi tre donne c’è un uomo: nostro padre Paolo. E’ lui che ha avuto l’idea “imprenditoriale”. Nostro nonno ha intitolato il casolare a mio padre, che aveva 3 anni quando il casolare fu acquistato. Per nostro padre questa casa ha sempre avuto grande importanza ed erano anni che sognava di poterla restaurare. Per tanto tempo la casa è stata “addormentata”, dopo la fine della mezzadria ci ha abitato un custode, ma poi anche lui è venuto a stare in città e la casa è rimasta disabitata. Nostro padre non voleva che andasse perduta o dimenticata. Aveva questo desiderio di vederla rinascere. Ed è stato proprio così! Con il restauro del 2007 abbiamo mantenuto tutte le peculiarità della casa intatte, ma ha veramente cambiato volto. Ora nostro padre si dedica al giardino, anzi al parco, intorno alla casa.